La cefalea è un disturbo doloroso della testa, a volte associato a dolore di faccia e/o collo: è una delle più comuni sindromi dolorose, che colpisce in Italia circa dieci milioni di persone in modo occasionale e due milioni in modo cronico.I primi a mettere in relazione sedentarietà e sofferenze dovute a cefalee sono stati gli scienziati svedesi del Cephalea Headache Centre di Goteborg.
Lo studio in questione è durato per ben 11 anni, coinvolgendo oltre 68.000 volontari. Da questo è emerso come le persone più pigre e meno attive soffrissero di attacchi di mal di testa più frequenti del 14%, rispetto ai soggetti più “in movimento”.
Gli attacchi di cefalea nei soggetti con emicrania possono essere scatenati da una notevole varietà di fattori: è riportato in letteratura che l’attività fisica possa essere uno di essi con comparsa del dolore già durante l’esercizio fisico o comunque nelle 48 ore successive.
Studi, per lo più recenti, hanno dimostrato invece che l’attività fisica, soprattutto se condotta in modo regolare e continuativo, sia un fattore efficace sulla prevenzione dell’emicrania, non solo sulla riduzione della frequenza degli attacchi ma anche sull’intensità e durata del dolore stesso.
La parola chiave è “come” si fa sport. L’esercizio fisico può scatenare l’attacco di emicrania quando comporta un aumento brusco ed elevato di citochine infiammatorie, ossia di sostanze che aumentano il micro incendio biologico sia a livello tissutale, causando dolenzia o franco dolore muscolare e/o articolare, sia a livello cerebrale, aumentando la neuro infiammazione, che sottende anche l’attacco emicranico. L’aumento brusco ed elevato delle citochine si verifica più frequentemente:
- quando il soggetto fa sport al di sopra del proprio livello di allenamento per intensità e/o durata (per esempio, la persona non fa attività fisica durante la settimana e fa sport ad alta richiesta di prestazione la domenica);
- quando lo fa in condizioni ambientali stressanti: perché la temperatura è troppo fredda o troppo elevata, o in contesti troppo affollati o ansiogeni;
- quando lo fa durante le mestruazioni, perché in tal caso l’infiammazione associata all’attività fisica eccessiva si somma a quella provocata dalla caduta premestruale degli estrogeni e del progesterone (responsabile dei molti e diversi sintomi mestruali);
- quando fa sport con esercizi (in particolare saltelli, pesi o trazioni sulle braccia) che aumentino il rischio di microtraumi e/o di contrattura dei muscoli paravertebrali nella regione cervicale, e/o del cingolo scapolare.
L’esercizio fisico è invece antinfiammatorio, e riduce la vulnerabilità (anche) all’emicrania, se è graduale, aerobico e comunque sempre all’interno del proprio livello di allenamento, che può naturalmente aumentare nel tempo. La passeggiata veloce, o il nuoto a ritmo costante, sono ideali.
Quale può essere la spiegazione fisiologica di ciò? Facendo sport si accresce l’apporto di ossigeno che determina un miglioramento della respirazione e circolazione sanguigna. Parallelamente, si riduce la vasodilatazione dei vasi sanguigni cerebrali, che sovente è causa di cefalea. Inoltre, il tipo di mal di testa più diffuso è quello che deriva da tensione eccessiva di alcuni muscoli pericranici,comunemente detto “ da cervicale”, muscoli irrigiditi del collo e delle spalle che determinano una riduzione dell’afflusso di sangue e ossigeno alla testa. Allenarsi invece stimola il rilassamento e aumenta l’elasticità e la scioltezza dei muscoli, in altre parole si rivela un antidolorifico naturale. In ogni caso, per chi soffre di cefalee e mal di testa è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico per avere un parere su un’eventuale pratica sportiva da intraprendere.